VERSO UNA VITA MIGLIORE di ROBERTA RAVELLO
L’Associazione di volontariato onlus Piccoli Passi è stata fondata a Cesenatico nel 2004 da una coppia di coniugiMarco e Daniela innamorati dell’esperienza dell’affido e determinati a
tendere una mano a quei minori in difficoltà che abbisognano di essere accolti, per periodi più o meno lunghi, in una famiglia, dove possano crescere in un clima armonico. L’Associazione si
prefigge anche il compito di diffondere a Cesenatico e dintorni la cultura dell’accoglienza dei
minori, ritenendola una esperienza di massimo arricchimento emotivo e spirituale. Li abbiamo
dunque intervistati, per comprendere fino in fondo, le ragioni di questa loro scelta coraggiosa.
“La nostra vita di coppia è cominciata nel ‘90” ci racconta Roberta, “ e nel ’93 nacque la nostra
unica figlia naturale. Quando aveva solo 2 anni per caso ai servizi postali notammo un cartellone affisso dai servizi sociali per promuovere gli affidi familiari, allora esperienza poco comune”. Ci piacque subito l’idea e decidemmo di seguire l’iter formativo. Il nostro primo figlio affidatario arrivò nel ’95 e si trattò di un affido diurno di un minore di 6 anni per un periodo limitato all’inverno, perché la nostra attività estiva, di quelle tipiche a Cesenatico, che richiedono un impegno considerevole durante la stagione turistica, ci impediva di fare affidi a tempo pieno. L’anno successivo decidemmo di ripetere la sfida, con una coppia di fratellini in età prescolare…. Da allora non siamo più riusciti a fermarci, nei 9 anni, dal primo affido alla costituzione della casa famiglia, abbiamo accolto 6 minori”. “Già” ci spiega Marco: ” Io mi sono innamorato della sfida di costruire un rapporto emotivo costruttivo con questi minori che vengono da esperienze di disagio, loro mi hanno insegnato a lasciarmi coinvolgere e a rimanere allo stesso tempo integro”. Per Daniela: “Cesenatico non offre molto culturalmente, mentre l’esperienza dell’affido permette di stare a casa e fare entrare il mondo tra le proprie pareti domestiche. La famiglia stessa diventa un microcosmo aperto. Il tutto costituisce un’esperienza di notevole arricchimento culturale e affettivo. In particolare, l’affido permette di confrontarsi su tematiche importanti, il confronto avviene tra i coniugi che si ritrovano a discutere su come risolvere i problemi e tra i coniugi e tutte le figure che ruotano attorno all’affido. Si costituisce infatti un gruppo di mutuo aiuto formato dell’equipe affidi dei servizi sociali e dalle altre famiglie che hanno bambini in affido. Ci si incontra, ci si scontra, si cresce insieme. Per me la possibilità di avere un appoggio esterno, di potermi consultare con
psicologi, assistenti sociali, pedagogisti, altri genitori affidatari è stato motivante, mi ha aiutato a superare momenti difficili, mi ha fatto superare barriere, mi ha insegnato il valore della
cooperazione e lo considero dunque indispensabile ”. Ma come si è integrata vostra figlia naturale in questa esperienza? Abbiamo chiesto loro. “Nostra figlia si è trovata in compagnia di minori in affido si può dire dalla nascita, non ha quindi vissuto il trauma della novità… per lei è stato del tutto naturale e secondo noi il tipo di vita familiare in cui è cresciuta ha costituito per lei una fonte di stimoli e accrescimento. Sofia è oggi una ragazza matura e serena, che non soffre sicuramente la solitudine, non abbiamo rimpianto la nostra scelta”. Come è nata l’idea della casa famiglia? “Ad un certo punto”, ci dice Marco, “ci siamo sentiti pronti per confrontarci con problematiche più serie, con bambini con un vissuto più sofferto, che abbisognano di un progetto rieducativo importante, di un appoggio a tempo pieno. Abbiamo costituito quindi, nel 94, una onlus senza scopo di lucro, l’associazione piccoli passi, una comunità casa-famiglia multiutenza che attualmente ospita 4 adolescenti e neo-maggiorenni in in regime residenziale. Io continuo a lavorare con la nostra attività estiva, perché l’associazione non ha scopo di lucro,
consente solo il rimborso delle spese per il sostentamento e l’educazione dei nostri minori.
Nell’associazione promuoviamo tante attività ricreative, dalla ceramica alla barca a vela e ci
avvaliamo della consultazione esterna di professionisti, come pedagogisti e psicologi, che ci aiutino a sbrogliare la <<matassa>> quando necessario.
tendere una mano a quei minori in difficoltà che abbisognano di essere accolti, per periodi più o meno lunghi, in una famiglia, dove possano crescere in un clima armonico. L’Associazione si
prefigge anche il compito di diffondere a Cesenatico e dintorni la cultura dell’accoglienza dei
minori, ritenendola una esperienza di massimo arricchimento emotivo e spirituale. Li abbiamo
dunque intervistati, per comprendere fino in fondo, le ragioni di questa loro scelta coraggiosa.
“La nostra vita di coppia è cominciata nel ‘90” ci racconta Roberta, “ e nel ’93 nacque la nostra
unica figlia naturale. Quando aveva solo 2 anni per caso ai servizi postali notammo un cartellone affisso dai servizi sociali per promuovere gli affidi familiari, allora esperienza poco comune”. Ci piacque subito l’idea e decidemmo di seguire l’iter formativo. Il nostro primo figlio affidatario arrivò nel ’95 e si trattò di un affido diurno di un minore di 6 anni per un periodo limitato all’inverno, perché la nostra attività estiva, di quelle tipiche a Cesenatico, che richiedono un impegno considerevole durante la stagione turistica, ci impediva di fare affidi a tempo pieno. L’anno successivo decidemmo di ripetere la sfida, con una coppia di fratellini in età prescolare…. Da allora non siamo più riusciti a fermarci, nei 9 anni, dal primo affido alla costituzione della casa famiglia, abbiamo accolto 6 minori”. “Già” ci spiega Marco: ” Io mi sono innamorato della sfida di costruire un rapporto emotivo costruttivo con questi minori che vengono da esperienze di disagio, loro mi hanno insegnato a lasciarmi coinvolgere e a rimanere allo stesso tempo integro”. Per Daniela: “Cesenatico non offre molto culturalmente, mentre l’esperienza dell’affido permette di stare a casa e fare entrare il mondo tra le proprie pareti domestiche. La famiglia stessa diventa un microcosmo aperto. Il tutto costituisce un’esperienza di notevole arricchimento culturale e affettivo. In particolare, l’affido permette di confrontarsi su tematiche importanti, il confronto avviene tra i coniugi che si ritrovano a discutere su come risolvere i problemi e tra i coniugi e tutte le figure che ruotano attorno all’affido. Si costituisce infatti un gruppo di mutuo aiuto formato dell’equipe affidi dei servizi sociali e dalle altre famiglie che hanno bambini in affido. Ci si incontra, ci si scontra, si cresce insieme. Per me la possibilità di avere un appoggio esterno, di potermi consultare con
psicologi, assistenti sociali, pedagogisti, altri genitori affidatari è stato motivante, mi ha aiutato a superare momenti difficili, mi ha fatto superare barriere, mi ha insegnato il valore della
cooperazione e lo considero dunque indispensabile ”. Ma come si è integrata vostra figlia naturale in questa esperienza? Abbiamo chiesto loro. “Nostra figlia si è trovata in compagnia di minori in affido si può dire dalla nascita, non ha quindi vissuto il trauma della novità… per lei è stato del tutto naturale e secondo noi il tipo di vita familiare in cui è cresciuta ha costituito per lei una fonte di stimoli e accrescimento. Sofia è oggi una ragazza matura e serena, che non soffre sicuramente la solitudine, non abbiamo rimpianto la nostra scelta”. Come è nata l’idea della casa famiglia? “Ad un certo punto”, ci dice Marco, “ci siamo sentiti pronti per confrontarci con problematiche più serie, con bambini con un vissuto più sofferto, che abbisognano di un progetto rieducativo importante, di un appoggio a tempo pieno. Abbiamo costituito quindi, nel 94, una onlus senza scopo di lucro, l’associazione piccoli passi, una comunità casa-famiglia multiutenza che attualmente ospita 4 adolescenti e neo-maggiorenni in in regime residenziale. Io continuo a lavorare con la nostra attività estiva, perché l’associazione non ha scopo di lucro,
consente solo il rimborso delle spese per il sostentamento e l’educazione dei nostri minori.
Nell’associazione promuoviamo tante attività ricreative, dalla ceramica alla barca a vela e ci
avvaliamo della consultazione esterna di professionisti, come pedagogisti e psicologi, che ci aiutino a sbrogliare la <<matassa>> quando necessario.